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REFERENDUM TRIV – NO TRIV

TUTTO CIO’ CHE DOVRESTI SAPERE, PER IL REFERENDUM DEL 17 APRILE CHE POTRA’ DARE UNA SVOLTA ALLE POLITICHE AMBIENTALI (SI SPERA). INTANTO I MEDIA LATITANO. VOTARE “SI” SIGNIFICHEREBBE ELIMINARE IL RISCHIO DI CATASTROFI AMBIENTALI.

 

 

no trivForse sei distratto, dai fenomeni che commuovono il web, o dalle foto dei gatti su facebook. Forse non vai a votare da anni “perché tanto sono tutti uguali” Forse non leggi i giornali perché tanto sono tutti di parte.

Il 17 Aprile , è una data che non puoi perdere, per il tuo futuro e quello dei tuoi figli.

Il 17 Aprile si terrà il referendum per decidere il futuro del nostro mare.

Noi facciamo Kitesurf, non ci occupiamo certo di politica, ma questa data e questo evento ci impongono di non fare come gli struzzi nascondendo la testa sotto la sabbia.

Il mare è di tutti e non è il solito luogo comune!

Il pesce è ciò che mangi, tienilo lontano dalle trivelle e dal petrolio.Il turismo è ciò di cui vivi, se hai la fortuna di essere nato in Italia.

 

cosa sappiamo sui precedenti?

Disastro ambientale piattaforma Deep Water Horizon golfo del Messico:

Fuoriuscita di petrolio: 210 milioni di galloni L’esplosione della piattaforma nel Golfo del Messico dell’aprile 2010 uccise undici lavoratori e causò la fuoriuscita di quattro milioni di barili di greggio che inquinarono il mare e la costa per 85 giorni prima che fosse possibile bloccare il pozzo.avrà nel breve e medio periodo effetti sulla popolazione locale in termini di intensificazione di malattie respiratorie  e patologie della pelle (follicoliti cutanee) e, nel lungo periodo, gravi effetti in termini di aumento statistico dell’incidenza di tumori. Gli effetti nel lungo periodo comprendono anche aumenti statistici degli aborti spontanei, neonati di basso peso alla nascita o pretermine. Il petrolio e le sostanze chimiche disperdenti rilasciate sul luogo del disastro contamineranno la popolazione locale nel breve e medio termine per via inalatoria; nel lungo termine per via orale, come conseguenza dell’accumulo degli idrocarburi nella catena alimentare.

Ixtoc 1 Oil WEell , 1979 Golfo de Campeche (Messico) Fuoriuscita di petrolio: 140 milioni di galloni 31 anni fa il pozzo Ixtoc I della Pemex (la compagnia petrolifera messicana) sputò nel mare un totale di 3 milioni di barili di petrolio, nell’arco di quasi dieci mesi.

Atlantic Empress, 1979 Trinidad e Tobago Fuoriuscita di petrolio:88,3 milioni di galloni Il 19 luglio 1979, la nave cisterna Atlantic Empress si scontra con la Aegean Captain al largo di Trinidad e Tobago. Dalle due imbarcazioni finiscono in mare 287.000 tonnellate di petrolio.

Abt Summer (Angola) 1991 Fuoriuscita di petrolio: 80 milioni di galloni Nel maggio del 1991, si verifica una violenta esplosione a bordo della nave cisterna liberiana Abt Summer, in navigazione al largo dell’Angola. La nave arde per tre giorni prima di colare a picco e disperde nell’Oceano Atlantico circa 260.000 tonnellate di petrolio. Castillo de Beliver (Sudafrica) 1983 Il 6 agosto del 1983, la petroliera spagnola Castillo de Beliver prese fuoco mentre è in navigazione al largo del Sudafrica. Finirono in mare circa 227.000 tonnellate di greggio.

Castillo de Beliver (Sudafrica) 1983 Il 6 agosto del 1983, la petroliera spagnola Castillo de Beliver prese fuoco mentre è in navigazione al largo del Sudafrica. Finirono in mare circa 227.000 tonnellate di greggio.

Amoco Cadiz (Francia) 1978Il 16 marzo del 1978, l’Amoco Cadiz, una superpetroliera liberiana di 330 metri si incagliò al largo delle coste bretoni. In mare finirono circa 223.000 tonnellate di greggio che colpirono circa 150 km di costa, con danni ingenti per gli ecosistemi locali.

Amoco Haven Genova (Italia) 1991 Nell’aprile del 1991, la nave cisterna cipriota Amoco Haven affondò nel Golfo di Genova, probabilmente a causa di un’esplosione. L’incidente provocò la morte di sei membri dell’equipaggio e il versamento in mare di circa 144.000 tonnellate di greggio.

 

no trivIl referendum si svolgerà il 17 aprile. In molti chiedevano di spostare il voto a giugno, quando in diverse città italiane si terranno le elezioni amministrative, per risparmiare sull’allestimento dei seggi. La concomitanza tra amministrative e referendum avvantaggerebbe i promotori del quesito referendario, perché aumenterebbe la possibilità di raggiungere il quorum necessario affinché il referendum sia valido. Per raggiungerlo, deve andare a votare la metà degli aventi diritto. Il governo e il presidente della repubblica hanno deciso di convocare il referendum abrogativo il 17 aprile. La legge (decreto 98 del 2011) non prevede che le elezioni possano svolgersi in concomitanza con un referendum.

Cosa chiede il quesito referendario?

Nel quesito referendario si chiede: “Volete che, quando scadranno le concessioni, vengano fermati i giacimenti in attività nelle acque territoriali italiane anche se c’è ancora gas o petrolio?”. Il quesito riguarda solo la durata delle trivellazioni già in atto entro le 12 miglia dalla costa, e non riguarda le attività petrolifere sulla terraferma, né quelle in mare che si trovano a una distanza superiore alle 12 miglia dalla costa (22,2 chilometri).

Quali effetti può avere il sì al referendum?

Se vincerà il sì, sarà abrogato l’articolo 6 comma 17 del codice dell’ambiente, dove si prevede che le trivellazioni continuino fino a quando il giacimento lo consente. La vittoria del sì, bloccherà tutte le concessioni per estrarre il petrolio entro le 12 miglia dalla costa italiana, quando scadranno i contratti. Tra gli altri saranno interessati dalla misura: il giacimento Guendalina (Eni) nell’Adriatico, il giacimento Gospo (Edison) nell’Adriatico e il giacimento Vega (Edison) davanti a Ragusa, in Sicilia. Non saranno interessate dal referendum tutte le 106 piattaforme petrolifere presenti nel mare italiano per estrarre petrolio o metano.

Perché il raggiungimento del quorum è necessario?

Raggiungere il quorum è necessario perché solo così il risultato del referendum sarà valido, come previsto dall’articolo 75 della costituzione italiana. Per essere valido devono andare a votare il 50 per cento degli aventi diritto.

fonti: wikipedia, ilsole24ore, internazionale

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2016-12-05T17:25:56+00:00