Innegabile la suggestività delle saline di Trapani, una prestigiosa riserva naturale della regione che, estendendosi nel territorio dei comuni di Trapani e Paceco, è conosciuta per l’esercizio dell’antica attività di estrazione del sale.
Un paesaggio mozzafiato che lascia tutti a bocca aperta quando il sole tramonta dietro le saline, sfumando il cielo in rosso e rosa, e che può a buon diritto permettersi di puntare alla candidatura Unesco, una qualifica internazionale assegnata ad aree di ecosistemi terrestri, costieri e marini per la conservazione dell’ecosistema e della sua biodiversità.
Un progetto ambizioso ma possibile che, coinvolgendo l’intero territorio, mira a costruire un brand di eccellenza, implementando i flussi turistici e intercettando nuove risorse dall’Unione Europea.
L’Assessorato Regionale ai Beni Culturali e la Fondazione Unesco Sicilia hanno attivato un confronto preliminare per valutare le condizioni e i fattori tecnico-scientifici che convalidano i requisiti del sito per avviare la candidatura.
Nell’ambito di un convegno, promosso dall’associazione Strada del Vino Erice DOC a cui hanno preso parte anche alcuni relatori esteri dell’ICCROM, lo scorso 30 ottobre è stata già discussa la proposta di candidatura.
È indubbio che la candidatura Unesco delle saline di Trapani crea una nuova opportunità di sviluppo per la Trinacria, terra di miti e leggende la cui immagine è rappresentata da Gorgone.
Una figura mitologica, i cui capelli sono serpenti intrecciati con spighe di grano, dalla quale si irradiano tre gambe piegate all’altezza del ginocchio. Delle tre gambe, che rappresentano i punti estremi dell’isola, quella di Capo Lilibeo potrebbe ben presto vantare di un riconoscimento internazionale di spessore.
ELOISA ZERILLI fonte www.balarm.com
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