Stagnone Kitesurf , la scuola Kitesurf lo Stagnone da spazio ad autori emergenti
Ero un punk di 16 anni.
Pesavo 60 kili ed ero alto un metro e ottanta.
Saltavo puntualmente le lezioni di ginnastica.
Il professore si incazzò, mi disse che non ero neanche una larva di uomo e mi costrinse ad andare in palestra.
Mi fece giurare di fare gli esercizi ma di non guardarmi mai allo specchio per sei mesi.
Il prof. Vitolo era un uomo convincente, se c’era da menare non si tirava indietro.
Feci quello che mi ordinò e dopo sei mesi mi guardai allo specchio;era nato un corpo.
Lo sport è, secondo certi psicologi, per gli adulti ciò che il gioco è per i bambini.
Un imparare a sopravvivere aggirando il problema.
Ma quando la natura e la cultura come accade nell’uomo contemporaneo, talvolta pareggiano, lo sport è anche assenza dal mondo e esperienza della natura.
Che sia ascoltare il nostro cuore che batte o la temperatura dell’acqua mentre nuotiamo, venire a patti con un vento che porta la nostra vela più o meno dove vogliamo noi.
Lo sport non è cultura, ma controcultura.
L’inventore dell’underground americano Thimothy Leary, esortò una generazione a ‘tune in , turn in, drop out’.
Si riferiva agli acidi.
Ma lo stesso si può dire di una maratona, o di un’uscita in kite
Adrew Samoan.
Roma.
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